mercoledì 28 novembre 2018

https://www.larecherche.it/testo.asp?Id=51344&Tabella=Poesia


Così fallimentari le palpebre si chiudono.

I mattoni, allineati nella loro permanenza,
hanno nobiltà di porcellana.

Domani, la casa sarà un'isola,
un travaso di silenzio e di rovine.

La vita promessa è una fucina di casualità,
un simulacro di privazione e rapimento.

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Sul volto, la casa scioglie l'ingombro
rappreso del brusio. La febbre che fonde
negli avanzi dice che l'azzurro è ubriacatura avara.

Per vocazione, le luci della sera
hanno la benevolenza primitiva dello spazio.

Poi, quando si spegne, la casa cambia pelle
e trema.